venerdì 13 novembre 2015

Strane idee

STRANE IDEE
 Sono bastati pochi giorni di inattività e, pensate Lui cosa mi combina, come chi, ma Lui no, il mio cervello, lo avevo lasciato libero di pensare, ma si, qualche giorno di ferie, pensavo, non gli faranno male, e invece "Lui" sapete cosa fa? si mette a guardare una ragazzina, certo non gli do torto, era talmente bella, nello splendore dei suoi quarant'anni, ben fatta, con degli occhioni chiari che sembrava dovesse sgorgare da un momento all'altro, una fonte di acqua pura, si ci ha sorriso, dopo tutto la nostra carrozzeria non è male, si è un modello vecchio anni sessanta ma ancora funzionante, certo la velocità non è quella di una volta, ma le ragazze credo che questo lo apprezzano, sanno che ad una certa età non si è veloci come da ragazzini, e loro godono di più a farsi trasportare con lentezza, così sono sicure di arrivare alla loro meta.
 Però l'ho messo in guardia, gli ho detto, stai attento, non tutti gli organi del motore, funzionano perfettamente, Lui fa presto a dire, siamo ancora piacenti, vedi ci ha sorriso, ha accettato di bere un caffè con noi, poi ha promesso che una domenica andremo a fare un giretto in una città d'arte, perchè abbiamo scoperto che ci piacciono le stesse cose, ma "Lui" le cellule le ricambia spesso, le sue si rinnovano, restano sempre giovani, tutte le altre invece invecchiano e certi muscoli non hanno più il tono di una volta, gli ho detto: guarda che corriamo il rischio di fare brutta figura.
 Per adesso ho preso tempo, vedrò se sarà il caso di approfondire la conoscenza di questa splendida creatura, magari anch'io mi metterò a corteggiarla e, se son rose, fioriranno.
La città d'arte
Quel sabato mattina, l'appuntamento era alla stazione ferroviaria, si, Lei aveva telefonato, quasi svengo nel vedere apparire il suo nome sul mio cellulare, ma "Lui" mi aveva sorretto, ma si avete capito, Lui è il mio povero cervello impazzito, dai rispondi mi dice che è la volta buona, pronto, a ciao sei tu, credevo non ti ricordavi più di me, si certo la città d'arte, avevamo parlato di Firenze, ma certo che la vedo volentieri, va bene per sabato? Però in auto,certo è meglio il treno, arriviamo nel centro di Firenze e non abbiamo il problema del parcheggio, però partiamo presto, ci vediamo in stazione alle 7, ok, ciao, ciao.
 Fatto, sei contento adesso? ora prendiamo due biglietti per Firenze S.M.Novella, Lei non è ancora arrivata, guarda quel taxi, Lei scende vedo due gambe fasciate in un paio di pantaloni neri attillati che mostrano le sue perfette forme di giovane quarantenne, però non farti troppe illusioni, dico a "Lui", il mio cervello, che adesso sembrava davvero impazzito.
 Poche ore di viaggio, ed eravamo in stazione a Firenze, durante il viaggio avevamo consultato la guida della città, così da fare un itinerario per vedere i principali musei od opere d'arte da vedere. Gli Uffizi, l'Accademia per vedere il David di Michelangelo, Palazzo Pitti, il Ponte Vecchio, le Cappelle Medicee ecc.
 Iniziamo dagli Uffizi, i nostri occhi erano sbarrati dallo stupore, vedere tutte quelle opere che i nostri artisti ci hanno regalato e, per la lungimiranza dei Medici, sono arrivati fino a noi, è davvero una cosa straordinaria, il tempo passava e non ci eravamo accorti che era già sera, avevamo mangiato solo un panino all'arrivo in stazione, ora avevamo fame, che facciamo? le dico, ci incamminiamo verso la stazione, proprio in piazza S. M. Novella troviamo un ristorantino, mangiamo una fiorentina al sangue, un bel bicchiere di chianti e...   parliamo di quello che avevamo visto,  si ma le altre cose, il David, Palazzo Pitti, che facciamo, non li vediamo? Mi dice Lei, ma tu domani hai impegni?, io, anzi "Lui", che è stato più svelto di me, ma no è domenica, ma che facciamo, ci fermiamo, Lei dice, non eravamo preparati, non ho portato niente. Usciamo e, in una strada laterale alla stazione vediamo un'insegna, Hotel Delle Nazioni, che facciamo , vediamo se troviamo due singole? entriamo, Lei mi dice, dai siamo grandi e vaccinati che figura facciamo, chiediamo un camera per due, vedrai che ci sistemiamo, è solo per una notte.
 Entriamo in camera, ormai era già tardi, ci prepariamo per andare a letto, Lei dice, uscendo dal bagno, spegni la luce? sai non ho neanche il pigiama, io nel frattempo mi ero spogliato ed ero sotto le coperte, spengo e Lei esce dal bagno, dalla poca luce che entra dalla finestra intravedo una figurina con solo una canottiera e le mutandine che entra nel letto, ci diamo la buonanotte, si ma chi dorme adesso "Lui" il mio cervello è lì quasi arroventato che fuma e io che lo tengo calmo, sento una voce che sembra arrivare dall'aldilà, dormi? io dormire? ma siamo matti, dice "Lui", no stavo pensando a domani, dico io, e Lei: posso venire lì, parliamo dell'itinerario di domani, a quel punto il mio muscolo principale, no non quello, parlo di quello custodito nelle cassa toracica, quasi scoppia, tanto si è messo a battere velocemente, vieni dico con un filo di voce, la vedo nella penombra che si avvicina, alza un lembo della mia coperta e si infila nel letto, non avendo il pigiama non posso non sentire il calore delle sue gambe che sfiorano le mie, questa volta sono stato io a trasmettere elettrizzanti impulsi al mio cervello che, a quel punto, comincia già a preparare tutte le coordinate giuste da dare a "tutti" i muscoli. Lei non era venuta nel mio letto per parlare dell'itinerario di domani, ma dell'itinerario di quella notte. Devo dire che le coordinate erano perfette, i muscoli hanno funzionato tutti alla perfezione tanto da lasciare in estasi entrambi.
Al risveglio, quella mattina, Lei mi dice: amici lo stesso? capisco che non vuole complicazioni sentimentali, amici dico io, e Lei: però qualche gita la facciamo ancora? certo dico io, e già contavo tutte le città d'arte che restavano da visitare, e si, sono fortunato di vivere in Italia, quelle non mancano. 
AMICI
Amici !!!, amici un corno, ma come si può restare amici con uno schianto di donna così, penso a quelle coppie che si separano, hanno condiviso lo stesso letto, hanno fatto all'amore, i loro sudori si sono mescolati nell'estasi amoroso, hanno magari avuto dei figli e con loro hanno condiviso i giochi, ma come si fa a dire "amici", io me la sogno tutte le notti e al mattino quando mi sveglio mi sembra di averla ancora lì, accovacciata vicino, che dorme, nel letto ad una piazza e mezzo, come è stato a Firenze. "Lui" il mio cervello fa presto a dire: dai è stato bello, avete fatto del sesso, tutto qui, ma tu sei il cervello, tu pensi le cose, mi dai le coordinate giuste, ma dopo sono io che devo metterci il cuore e il cuore si innamora, lo sai tu? Mi dici: ma non la conosci neanche, non sappiamo niente di Lei, certamente ha già un'altra storia, magari è sposata, che ne so magari con un uomo ricco di una certa età, che non la soddisfa in tutto. Io penso: certo, forse è per questo che ha scelto me, anch'io sono di una certa età, certamente a Lei piacciono gli uomini maturi, sai, come ti dicevo noi non abbiamo fretta e loro godono di più se trasportate con lentezza alla loro meta e quella notte Lei è senz'altro arrivata alla sua meta. E se invece è una donna che è stata abbandonata, magari con dei figli piccoli, ed è per questo che non si vuol legare con altri uomini, sai, ai bimbi è difficile dire: Bambini, questo è il nuovo uomo con cui vado a letto, lo so, loro, le donne madri, si vergognano sempre di far vedere ai figli, che anche loro sono sessualmente attive.
In quel momento, suona il mio cellulare, è solo un messaggio, apro, il numero è il suo, è Lei, sudo già, leggo: Ciao caro, quando partiamo per un'altra città d'arte? 
Rispondo al volo: Scegli tu quale.
Nuovo squillo, apro, leggo: Roma, sai non l'ho mai visitata, mi piacerebbe tanto.
Rispondo: E Roma sia
L'AMICA SVIZZERA
Ehi !, testa calda, si può sapere a cosa stai pensando?(scusate, sto dialogando con "Lui" il mio cervello) scommetto che stai pensando ancora all'invito della nostra amica svizzera, ma come quale, quella che ieri ci ha mandato una mail dicendo: dai tagliamo la testa al toro, veniamoci incontro, anzi no suona male, diciamo, no così non va, non riesco a dirlo ma, ma si dai vieni in Svizzera, sai c'è la cioccolata il paesaggio è bello, ci sono le montagne di Heidi, vedrai ti farò vedere tante belle cose.
 Certo non è che hai tutti i torti, dopo tutto è una gran bella figliola, tu chissà cosa hai pensato, ma io la ritengo una cara amica, veramente non ho capito bene le sue parole, forse ha letto dei miei viaggi in dolce compagnia ed è diventata gelosa, forse nutre qualcosa di più che un'amicizia per noi, si ho detto noi, perché tu fai parte di me, sei la mia cosa pensante, senza di te non avrei fatto tante cose belle nella mia vita, devo dire che quasi tutte le direttive che mi hai fatto prendere erano giuste, si qualcuna era sbagliata, ma cose da niente dopo tutto.
 Mamma mia, sai che mi hai messo un tarlo, e come faccio adesso, Le dico di si, e se poi scopro che mi sta prendendo in giro, sai dopo tutto non siamo dei giovincelli che si buttano subito su ogni preda, si ho capito tu sei giovane, hai la testa arroventata dai tuoi pensieri spinti, ma io per seguirti cosa devo fare, devo rivolgermi alle pastigliette blu, no questo, per il momento,  non lo voglio fare, intanto c'è la facciamo ancora, o hai dimenticato la notte a Firenze. A proposito di Firenze, lo sai che dobbiamo organizzare il viaggio a Roma con Lei, la nostra "amica", tu vai troppo avanti, io sono fermo ancora a Lei, sai non dimentico facilmente quelle gambe calde che si intrufolano nel mio letto, che si attorcigliano al mio corpo, quei suoi capelli sciolti a coprirmi il viso mentre Lei addosso a me...
Beh, lasciamo perdere l'amica svizzera, per il momento, prima voglio capire bene le sue intenzioni, ora mettiamoci in moto per organizzare il viaggio a Roma, domani la chiamo per sapere se domenica prossima è libera.
CAPUT MUNDI

E anche questa è fatta, ma cosa hai capito, dicevo della gita a Roma, due giorni fantastici, quel sabato mattina presto, quando siamo andati a prenderla vicino alla sua abitazione, Lei mi era sembrata triste, quando è salita in auto mi aspettavo che ci desse  un bacio, invece ci ha detto solo ciao e la sua mano si è appoggiata sulla mia gamba, come a cercare un po di calore, io le ho appoggiato la mia sopra e l’ho stretta.

 Siamo partiti così, mano nella mano, anche grazie al cambio automatico della mia auto e, strada facendo si è aperta un po’, mi ha raccontato la sua storia, era venuta nella mia città, ospite della sorella, per prendersi una pausa di riflessione, la sua vita sentimentale era a rotoli, aveva scoperto che il suo compagno la tradiva con un’altra, non le era bastato che lui le avesse promesso che amava solo Lei, che avrebbe lasciato l’amante, le aveva anche detto di farlo per il figlio quindicenne, di non abbandonarlo. Ma Lei era scappata da sua sorella, un mese di riflessione le avrebbe fatto bene.

 Così avevo capito come mai la parola “amici lo stesso”, in auto, da come mi guardava con quei suoi occhioni azzurri, capivo che non le ero indifferente, ma ero senz'altro stato un diversivo, un modo di vendicarsi del torto subito.

 Dopo qualche ora di viaggio arriviamo a Roma, mi dirigo al Jolly Hotel Leonardo da Vinci, ci ero già stato, ma si, non ti ricordi quel meeting aziendale, dopo da lì prendiamo i mezzi pubblici. Avevamo preso una camera e, quella volta non mi ero fatto scrupoli nel chiedere una matrimoniale e Lei non si era opposta.

 A questo punto “Lui”, cioè tu, il mio cervello, vai subito in tilt, entrando in camera già ti eri dimenticato della storia di Lei, io non ti do torto, era così bella che ogni volta che incrociavo il suo sguardo, il cuore sembrava dovesse esplodere dalla gioia, Lei si era seduta sul letto, aveva alzato in alto le mani, come per rilassarsi del viaggio, la sua camicetta si era alzata, mettendo in mostra parte del suo ventre vellutato, poi si era stesa di traverso del letto. A quel punto tu mi avevi spronato: dai mi dicesti, è il momento buono, Roma può attendere, io mi avvicinai a Lei, le feci una carezza sul volto invitante e…. avevi ragione, Roma ha atteso la nostra visita, io la mia opera d’arte  l’avevo lì a portata di mano, pronta per esplorarla in tutti i suoi punti più remoti.

 Dopo, mentre le davo un bacio sulla punta del suo delizioso naso, vidi una lacrima rigarle il volto: era ancora innamorata del suo uomo, di noi, spero serbi un dolce ricordo.

 Il giorno dopo, visitando le principali vestigia Romane, quando eravamo proprio nella piazzetta della Fontana di Trevi, sentii uno squillo, era il suo di cellulare, era un messaggio, Lei senza parlare, mi fece leggere, c’èra scritto: Mamma, torna a casa, ti aspettiamo.

 F.D.G   




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