martedì 13 maggio 2025

                               A SILVANA 

Esattamente 24 anni fa cominciava la nostra storia, c'è mancato poco che tutto si fermasse sul nascere, ero confuso e non volevo approfittarmi della gentilezza con la quale avevi accettato la mia compagnia, avevo paura di illuderti, di farti del male.

Ma tu sei stata brava a trattare la situazione, mi hai detto: dai vediamoci ancora un pò, una volta o due alla settimana, non pretendo niente di più, poi vedremo. 

Fu la mia fortuna, giorno dopo giorno mi sono affezionato a te, per la tua semplicità, il tuo modo di pensare, il non essere mai invasiva, il rispettare la mia persona, il condividere la mia voglia di viaggiare, l'esserti attaccata alle mie figlie come fossero tue. Poi pian piano, giorno dopo giorno, quell'affetto si tramutava in amore, aspettavo con ansia il fine settimana, sentivo sempre più il bisogno averti accanto, tutt'ora metto il tuo cuscino al mio fianco nel letto in cui dormiamo quando sei con me, mi da sicurezza, nonostante gli anni che mi porto addosso, mi sento ringiovanire si, mi sto sempre di più innamorando di te.

giovedì 8 maggio 2025

                   A PAOLA

Era il ventisei ottobre settantuno
e il tuo visino si affacciava al mondo
fosti voluta e, mai una decisione,
fu così saggia dall'averti avuto.

Tu le somigli, anche se diversa
I tuoi capelli, non rossi come i suoi
gli scatti d'ira, quelli sono uguali
sempre a ragione, sempre a fin di bene.

Le tue telefonate giornaliere
mi fanno bene, sono un toccasana
senza di quelle, sarei ancor più solo
i miei pensieri andrebbero lontano.

La tua famiglia, si vivace e bella
tienila unità con l'amor di mamma
sii ancor più dolce, abbi ancor pazienza
che certo loro contracambieranno.

         I PENSIERI DI UN OTTANTENNE

I miei dieci anni sono stati quelli dell'ignoto, vedevo il mondo davanti a me che mi aspettava, ma non vedevo vie d'uscita, niente che mi indicava una via da percorrere, venivo da un mondo che viveva ancora di usanze medievali, in casa si cenava ancora alla luce di una candela ad olio lampante, niente elettricità.

Poi arrivarono i vent'anni, una strada l'avevo trovata, era una strada ferrata, solo un treno riuscì a strapparmi dal mondo arcaico vissuto fino ad allora, le mie prime letture, spinte dalla mia curiosità di conoscenza, mi portavano a scoprire il mondo, erano già i famosi anni sessanta, da lì a poco ci sarebbe stato il "sessantotto" e io mi ci tuffai con tutti gli entusiasmi di un ventenne.

  I trent'anni arrivarono in fretta, avevo trovato l'amore e, con una splendida creatura avevo messo su famiglia, proprio il sessantotto mi aveva portato in dono la prima figlia, il lavoro mi aveva introdotto in una società finalmente moderna e tutto il mio impegno fu per esso e la famiglia.

A quaranta anni mi sono sentito finalmente adulto, era già nata la mia seconda figlia, il lavoro e la vita familiare andava benissimo e molto tempo libero lo dedicavo, anche manualmente, alla costruzione della nuova abitazione.

Arrivato a cinquant'anni, nel giorno dei festeggiamenti in famiglia, annunciai che non avrei più compiuto anni, volevo fermare il tempo, ormai avevo tutto e volevo restare a cinquanta, cominciarono i primi viaggi per il mondo, ora quello volevo scoprire, le figlie erano già adulte, non venivano piu volentiere in vacanza con noi, ho detto loro: bene, voi andate dove volete e io e la mamma facciamo le vacanze da soli.

A sessant'anni fu la svolta triste della mia vita, due anni prima avevo perso l'amata compagna di vita, il male del secolo me l'aveva portata via dopo otto anni di lotte e terapie inutili, le sue ultime parole erano state: ora cosa farai senza di me, sei ancora giovane, vivi ancora la tua vita, fallo anche per me. E io sopravvissi, feci il primo viaggio senza di Lei con un amico, una mattina all'alba ero in una spiaggia della Tunisia, camminavo da solo con i miei pensieri, ad un tratto davanti a me vidi una coppia di anziani che camminavano sulla spiaggia tenendosi per mano, il mio pensiero era andato a Lei, perché non mi fu concesso d'invecchiare assieme? Mi sedetti su uno scoglio e piansi per almeno un'ora versando tutte le lacrime che fin'ora avevo trattenuto, tornai in albergo dove il mio amico mi aspettava preoccupato, piansi anche davanti a Lui e quel pianto liberatorio forse mi riportò in vita.

Poi arrivarono i settanta, qualche anno prima avevo incontrato il mio secondo angelo custode, una donna di qualche anno meno di me che aveva saputo comprendere il mio stato d'animo, mai un screzio con Lei, aveva fatto breccia anche nel cuore delle mie due figlie e le aveva subito amate come fossero sue, nel frattempo erano arrivati anche i miei tre nipoti, due ragazze e un ragazzo. Con la nuova compagna di vita avevamo ripreso a viaggiare per il mondo, Asia Europa, Americhe, Africa, usando aerei e navi da crociera, visitando centinaia di luoghi e città del mondo e conoscendo genti dalle diverse etnie.

Arrivato a ottant'anni, con pochi acciacchi e un cervello ancora in ordine, fatico a pensare che sono un vecchio signore, soddisfatto si della vita, ma con un pensiero fisso, arriverò a novant'anni?