La
crociera
A dire il vero, quella volta Gianni non aveva così tanta voglia di
partire, quella crociera l’aveva prenotata più di tre mesi prima e, in quei tre
mesi era successo il patatrac, non è che con Patrizia le cose andassero poi
tanto bene, le continue litigate per un nonnulla, avevano logorato il loro
rapporto e quel viaggio lo aveva proposto proprio per cercare di ristabilire un
po’ di intimità che pian piano si stava affievolendo. Però dopo l’ennesima sfuriata
di Lei, Gianni non c’è l’aveva più fatta, l’aveva accompagnata davanti la sua
casa, aveva aperto la portiera dell’auto e le aveva detto con tono deciso:
scendi, fra noi è finito tutto, non voglio più neanche sentir parlare di Te,
abbiamo buttato tre anni della nostra vita e spero di non rincontrarti mai più
sulla mia strada, Lei aveva capito subito che faceva sul serio, infatti quel
tono di voce non glielo aveva mai sentito e per questo non lo aveva più
cercato, evidentemente anche Lei era stufa di quel rapporto.
E adesso che faccio con la
crociera prenotata per due persone, pensava Gianni, certo potrei dirlo al mio
amico Angelo, quello che ogni volta che gli dico che vado a fare un viaggio mi
dice: “ma ti porti il lavoro da casa, o vai in cerca sul posto” (di dolce
compagnia) Lui verrebbe, il “lavoro” lo troveremmo a bordo, ma a me non va,
chissà come mi tirerebbe in giro, certo potrei anche disdire la prenotazione,
ma a pochi giorni dalla partenza, perderei tutti i soldi, visto che ho già
pagato.
Così era arrivato alla
vigilia, la valigia era già pronta, aveva messo la sveglia alle tre, il tempo
di arrivare in aeroporto a Malpensa, alle sei e trenta aveva l’imbarco per
Parigi e da lì con volo Air France , destinazione Miami, dove era previsto
l’imbarco sulla nave da crociera “Costa
Mediterranea” alla volta del golfo del Messico e mar dei Carabi.
Il primo imbarazzo Gianni lo
ebbe nel salire a bordo, dovete sapere che è consuetudine che ti accolgono a bordo un ragazzo ed una
ragazza dell’equipaggio, vestiti in uniforme di marinaio per la foto ricordo, loro
aspettavano la compagna di viaggio e, visto che non arrivava, hanno capito
accogliendolo con un sorriso caritatevole.
Già, la nave va, con tutto il suo carico di feste, divertimenti,
amori, gelosie, rancori e.....tristezze. Si anche quelle, Gianni non era
al massimo della felicità, il fatto di trovarsi solo in cabina, lui che era
abituato alla compagnia della sua donna, non sapeva come comportarsi, la sera
della partenza della nave, si era recato al ristorante per la cena,
naturalmente al tavolo di sei persone, a Lui avevano riservato due posti, e ai
commensali aveva detto che la sua compagna era indisposta e sarebbe rimasta in
cabina, finita la cena aveva fatto un giro per la nave per prendere conoscenza
dei posti e più tardi si era recato in teatro dove spiegavano le varie tappe
che la nave avrebbe fatto con le escursioni possibili.
La mattina dopo, il primo approdo era stato quello di Key West, una
bellissima isola al largo della Florida, aveva fatto colazione al ristorante
buffet da solo, cosi da non dover prendere delle scuse per la sua solitudine,
poi era sbarcato, aveva preso un bus navetta per la città, una città protesa
sul mare, aveva visitato anche la casa dove ha vissuto Hemigway e dove ha
scritto il suo libro "Il vecchio e il mare" e aveva capito come mai
si era fermato a lungo a vivere in quell'isola. Verso mezzogiorno aveva deciso
di rientrare in porto e mentre aspettava il bus navetta, notò una bellissima
donna con un bambino di una decina di anni che, anche loro, aspettavano il
bus, infatti anche loro salirono e Gianni si sedette proprio dietro della
donna, notò che aveva i capelli biondi legati con un fermaglio e lasciavano
scoperta la nuca e le orecchie dove dai lobi, pendevano due orecchini formati
da due cerchi concentrici. Arrivati al porto tutti si incamminarono verso
l'imbarco della nave, la donna mentre prendeva dallo zainetto i documenti, si
lasciò sfuggire di mano un pacchetto, conteneva certo un giocattolo
acquistato per il ragazzo, perché egli si stava chinando per raccoglierlo, ma
Gianni fu più svelto di Lui e lo porse alla donna, che ringraziò con un
sorriso.
La sera Gianni non aveva voglia di mettersi al tavolo
assegnato del ristorante, così preferì andare al buffet libero, prese un
vassoio e si mise in fila per servirsi da solo, prese un pezzo di pizza, due
filetti di pesce ai ferri, un po di verdura, e si mise in cerca di un
tavolo libero, il suo occhio lungo vide la famosa nuca del bus, il bambino era
alle prese con quattro pezzetti di pizza e in quel tavolo da quattro c'erano
due posti liberi, si avvicinò e guardando negli occhi la donna chiese
se poteva accomodarsi li vicino, la donna lo accolse con un grande
sorriso anche perché si era ricordata di Lui, mangiarono allegramente , parlarono del primo giorno di crociera,
dell'isola visitata e di quale escursione prenotare, una volta arrivati in
Messico, dopo due giorni di navigazione, Lui tirò fuori il programma e decisero
di prenotare l'escursione a Chichen-Itza, andarono insieme a prenotarla nel box
delle escursioni, ormai erano diventati amici, il ragazzo era simpatico, ogni
tanto si assentava per girovagare li vicino, mentre loro si erano seduti
al bar per prendersi un caffè, in un palchetto c'era un'orchestrina che
suonava, la gente ballava in mezzo alla sala e la nave andava.................
Mentre navigavano verso il Messico, Gianni era felicemente
sorpreso, da come era stato facile fare amicizia con una compagna di viaggio,
la sera prima dell'arrivo a Merida Progreso in Messico, mentre erano seduti a
chiacchierare in un salottino della nave, Erica, così si chiamava la donna,
leggendo il giornale di bordo con le varie iniziative, chiama il figlio,
indicandogli che era a disposizione il club giovani dove i ragazzi erano
accuditi e intrattenuti con varie iniziative di giochi di gruppo, il
ragazzo accettò felice di partecipare a tale club e decisero di andarlo ad
iscrivere quella sera stessa.
L'escursione a Chichen-Itza durò tutto il giorno, Gianni aveva
scelto proprio quella crociera, perché voleva andare a visitare quella località
dei Maya, aveva letto molto di quella cultura, ma non era mai stato in Messico,
Cristian (cosi si chiamava il ragazzo) era entusiasta di conoscere quei posti,
erano perfino andati assieme sulla piramide Maya, salendo tutto d'un fiato i
gradini che portano alla sommità, da dove si ammirava l'estesa pianura dove
sorgevano i villaggi, ora coperti di vegetazione.
Il rientro in nave era stato a sera inoltrata, il tempo di una
doccia e subito in sala ristorante, dove nel frattempo il Maitre li aveva messi
tutti e tre in un tavolo, il ragazzo aveva fretta di mangiare perché aveva
deciso di andare al suo club dove sarebbe stato trattenuto fino a mezzanotte,
loro due si erano diretti al bar per il solito caffè, l'orchestrina suonava un
lento, Gianni aveva preso una mano ad Erica e, alzandosi dalla poltroncina
l'aveva invitata a ballare, il lento sapete, invoglia la vicinanza corporea e
Lei aveva aderito al corpo di Gianni, come se fosse una cosa consueta, era la
prima volta che si toccavano, il viso di Gianni era vicino all'orecchio di
Erica, Lei sentiva il suo fiato sul collo e ad un tratto sentì anche una
flebile voce che diceva: andiamo nella mia cabina? Lei non rispose ma, dopo che
il ballo era finito, si lascio condurre verso l'ascensore che li avrebbe
portati verso il paradiso, in quel caso il paradiso era al ponte 8, cabina
8158.
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