La visita
Eppure quella mattina Ernesto non si era svegliato di buon'umore,
il pomeriggio aveva un appuntamento presso una clinica, voleva vedere a che
punto era il suo nemico Elico, si Elico, il batterio che si era installato
nelle sue mucose gastriche e, nonostante l'acidità che lo stomaco produce, Lui
lì ci viveva benissimo, vi aveva messo casa e si era moltiplicato, proprio come
la parola di Dio: "crescete e moltiplicatevi" e Lui si era
moltiplicato al punto di provocare una gastrite cronica che non lasciava scampo
ad Ernesto quando era in fase di digestione.
Ora era lì, in attesa di entrare nello studio medico a ritirare
l'esito delle analisi fatte dopo una settimana di antibiotici per vedere di
debellare questo benedetto Elicobatterio che tanto lo faceva soffrire, nella
sala di attesa c'erano altre persone, ognuna con i propri pensieri,
distrattamente Ernesto dà un'occhiata alla persona che gli stava di fronte, era
una donna della sua stessa età circa, stava leggendo uno di quei giornaletti
che si trovano nelle sale di attesa, potè soffermarsi a guardarla perché Lei
era intenta alla lettura, stranamente era attratto da quella figura femminile,
come se l'avesse già incontrata in qualche occasione, però non riusciva a
ricordare dove e, quando ad un tratto la porta dello studio si era aperta e
l'infermiera aveva chiamato il prossimo paziente: Contini Laura, si
sono io dice la donna, si alza ed entra nello studio, a sentir pronunciare quel
nome Ernesto ebbe un sobbalzo, oddio Laura, ecco perché quel viso mi ricordava
qualcosa, il suo pensiero va a tanti anni addietro, una trentina forse, i
banchi di scuola, quella ragazzetta che tanto lo aveva fatto penare, non che
Lei avesse fatto qualcosa per farlo soffrire, no, non aveva fatto proprio
niente, anzi era proprio per quello che Ernesto ne aveva sofferto, Lei proprio
non lo degnava di attenzione, tutte le ragazzette erano sempre attorno al bello
della classe, il solito odioso bullo che faceva divertire le ragazze, non come
Lui che, se solo qualche ragazzina gli rivolgeva la parola, arrossiva come un
peperoncino maturo al punto giusto.
Quando Lei era uscita dallo studio medico, per un attimo i
loro occhi si erano incrociati ed era scoccata come una scintilla, anche
Lei si era ricordata di Lui, certo non aveva fatto fatica a riconoscerlo,
dopotutto, a parte qualche capello in meno, Ernesto non era poi così cambiato,
ma tu sei Ernesto dice la donna, certo dice Lui e tu sei Lauretta? si dice Lei,
ma come fai a ricordarti di me, se quando eravamo a scuola non mi
degnavi mai di attenzione, in quel momento sente che lo chiamano per ritirare i
referti, aspettami un momento, ti prego Lauretta, ho voglia di parlare un po
con te, dopo tanti anni, non puoi mollarmi così, Lei restò sorpresa di tanta
intraprendenza, ma non era un ragazzetto timido? pensò, si dai, ti aspetto vai
pure.
Infatti Lei era ancora lì ad aspettarlo, insieme si erano diretti
fuori dalla clinica chiacchierando, erano andati al parcheggio delle auto ed ad
un tratto Lei gli dice: ma come fai a dire che non ti degnavo di
attenzione se, quando cercavo di rivolgerti la parola scappavi come se avessi
paura di me, lo sai che mi piacevi allora, a quel punto Ernesto arrossì
come faceva da ragazzino, ero innamorato folle di te Laura, però ero troppo
timido e credevo che tu non ti accorgevi neanche di me, ecco questa è la mia
auto, sai abito appena fuori città, e tu?, io abito in centro, ma dai come
abbiamo fatto a non incontrarci mai, però ci vedremo ancora vero Laura?, certo,
dammi il tuo numero di cellulare, ti chiamo io appena posso, andremo a
berci un caffè insieme, va bene ci vediamo allora, aspetto una tua telefonata,
ma...posso darti un bacino? certo che puoi, dice Lei, ho aspettato per trentanni
questo momento.
Ernesto vide Laura che si allontanava con la sua auto, entrò in
macchina e, come faceva di solito, aprì la busta per leggere il risultato delle
analisi.
Elicobatteri Pilori===== Assente.
Aveva vinto la sua battaglia con Elico, adesso però si era
insinuato in Lui un altro batterio, si chiamava Laura.
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