Il sognatore
Erano gli anni
cinquanta del novecento, quando quel bambino, in alcuni suoi versi, scriveva:
“con gli occhi in su, vedevo da bambino, le prime scie dei jet solcare il
cielo”, Lui in quel momento non poteva che sognare, i sogni non sono mai
proibiti, potete privare della libertà fisica una persona, ma la sua mente è
sempre libera, aveva undici o dodici anni allora, aveva fatto le elementari e
nel paese in cui viveva non c’erano scuole medie, la famiglia non poteva
permettersi di mandarlo a scuola in città, doveva fare due km di strada a piedi
poi prendere il treno per portarlo a
dieci km di distanza a fare le scuole medie e poi c’era bisogno del suo aiuto economico.
Suo padre, una persona dolcissima, aveva già
subito l’allontanamento di altri suoi due figli, il primo all’età di
diciassette anni si era arruolato nella Marina Militare, aveva dovuto firmare
Lui perché era minorenne, la speranza di una carriera militare per il figlio lo
aveva convinto a farlo, ma quel figlio non era più tornato da Lui, due anni più
tardi era arrivato un telegramma: Tuo
figlio, nel febbraio del 1943, mentre la sua nave si trovava nel porto di
Palermo ed era in libera uscita, veniva
sorpreso da un bombardamento aereo ed era rimasto sepolto sotto le macerie di
un edificio.
Questo dramma aveva accompagnato l’esistenza
del bambino sognatore, Lui aveva solo 2 anni e sua madre, per la perdita del
figlio maggiore era come impazzita, rimproverava il marito di aver firmato per
l’arruolamento del figlio, pensate il povero padre in che situazione si
trovava.
Poi anche il secondo figlio aveva deciso di
andare via, aveva scelto di arruolarsi nella Guardia di Finanza, il bambino
aveva cinque anni, quando quest’altro fratello era andato via, vedeva il padre,
quando andava in posta a ritirare le lettere del figlio lontano, tornare con le
lacrime agli occhi, da bambino non ci faceva caso ma, diventato grande aveva
poi capito perché il padre aveva cercato di trattenere con sé il terzo figlio
che era Lui, il sognatore.
Infatti, finito le elementari gli aveva
trovato un posto di lavoro presso uno zio benestante, lavoro nei campi, un
lavoro che di solito facevano i grandi, ma lo zio del padre, avaro, per
spendere di meno, aveva preso con se quel quasi ancora bambino, affidandogli i
lavori nei campi con un mulo che serviva a tutto, da arare i campi, a
trasportare le derrate nei raccolti, da far girare il torchio per la pigiatura
dell’uva, a trasportare le merci al mercato e, per tre anni è vissuto in
compagnia di quel mulo, tornando a casa la sera tardi.
Quando aveva quindici anni, per fortuna aveva
cambiato lavoro, un altro suo parente aveva un’impresa di costruzioni stradali,
ed era stato assunto con l’incarico di caricare il camion di materiali, ancora
non c’erano ne i ribaltabili ne le pale meccaniche, si faceva tutto a mano e
con i badili, nel frattempo aveva quasi dimenticato come si fa a leggere e
scrivere, è un’età brutta quella, se andava ancora così, sarebbe stata la sua
fine, invece successe che al suo paese erano cominciate le scuole serali, Lui
cosi affamato di cultura si era buttato in quell'impresa, per lui era un divertimento andare a scuola la sera, dopo
il lavoro, aveva fatto le medie in due anni, poi aveva frequentato altri due
anni una scuola agraria, sempre con risultati sorprendenti, nel frattempo, il
fratello che era nella Guardia di Finanza, per un trasferimento aveva lasciato
a Lui una moto, con quella aveva assaporato la vera libertà di movimento, con
gli amici scorazzavano per tutta la provincia e alla fine aveva fatto anche una
scuola meccanica, dove a fine corso rilasciavano la patente di guida.
Il bambino sognatore, a quel punto, non era
più un bambino, il lavoro era saltuario, per averne uno bisognava avere sempre
delle conoscenze, di ragazze non se ne parlava neanche, in quella provincia a
quell'epoca, per avere una ragazza, ci si doveva per forza fidanzare
regolarmente, poteva si conoscerne qualcuna ad una festa, potevano anche
simpatizzare, ma per frequentarla doveva passare sempre attraverso il padre
della ragazza e, uno spirito libero come Lui non poteva assoggettarsi a quella
messa in scena.
Erano intanto gli anni sessanta, un gran
fermento, al nord c’erano possibilità enormi di trovare lavoro, i ragazzi lì
non avevamo altra scelta, erano cinque amici, uno di loro aveva uno zio che
diceva di avere un’impresa di costruzione (non era vero, faceva arrivare
ragazzi dal sud e li mandava a lavorare in nero come manovali nelle imprese di
costruzione, come vedete nulla è cambiato, solo che adesso la manovalanza
arriva dai paesi extra comunitari).
Partirono, immaginate il padre come era
contento, eppure non gli ha impedito di partire, solo dopo ha immaginato le
lacrime del padre, nel vedere le sue lettere, ma a vent'anni questo ancora non
lo si sa, la voglia di fare altro, annebbia la coscienza, se poi pensate a quei
sogni da bambino, a quella voglia di scoprire il mondo, a quelle scie di aerei
supersonici, allora niente può fermarvi. Solo i soldi per il biglietto del
treno, qualche spicciolo per un panino e per sopravvivere qualche giorno,
trentasei ore di treno e arrivano a Milano, avevano il numero di telefono del
famoso zio che doveva aspettarli, telefonano e non lo trovano, sapevano che la
destinazione era Monza, prendono un
altro treno e arrivano in stazione a Monza, era sera, il Tizio non
rispondeva al telefono, e allora, con le valigie di cartone in mano, si mettono
alla ricerca di un alloggio, una pensione speravano di trovarla, il sognatore,
con un altro, restano indietro, curioso come era sempre stato, si fermava a
guardare la città ,i palazzi, i monumenti, gli altri tre erano davanti, loro
chiedevano e tutti rispondevano che non avevano camere libere, hanno fatto il
giro della città, i tre vanno dentro l’albergo Stazione e anche lì dicono che non
hanno camere, quando arriva Lui con il suo compagno, non immaginano che i tre
sono già entrati a chiedere, lascia la valigia fuori della porta ed entra,
chiede in perfetto italiano: avete una camera per due persone? Il tizio al
bancone quasi si fa in quattro per accompagnarli in camera, evidentemente il
suo accento non meridionale, che non ha mai avuto, non sapeva come, (a volte si
metteva con il giornale in mano e si inventava articoli che leggeva in perfetto
italiano, destando stupore negli amici che lo ascoltavano, fino a quando
cominciava a spararle grosse e si accorgevano che la sua fantasia era andata
oltre) aveva fatto credere all'albergatore che non erano meridionali e solo per
questo gli aveva dato la camera.
Si era accorto allora che c’era
discriminazione verso i meridionali, venivano guardati come esseri inferiori,
come adesso la maggior parte degli italiani fa con gli estracomunitari, allora
gli stranieri erano i meridionali, bastava che venissero dall'oltrepò che erano
stranieri, quelli che portavano via il lavoro e non si accorgevano che
portavano ricchezza, esattamente come fanno adesso gli stranieri.
Di questo fatto si era accorto
anche un certo sig. Bossi, un nullafacente, uno che si spacciava per medico,
perché si vergognava di dire al padre che all'università non andava più, alla
mattina si metteva il camice bianco e fingeva di andare all'ospedale a
lavorare, si accorge che la gente comune non può soffrire i meridionali e cosa
fa: si inventa un partito, la gente lo vota e Lui diventa senatore di quella
Repubblica della cui bandiera dice di pulirsi il sedere, nel frattempo i
meridionali cominciano a diventare veri cittadini che pagano le tasse, Lui ne
sposa una , allora si inventa la protesta delle tasse, Roma ladrona, ma Lui intanto è a Roma, con la sua “Armata
Brancaleone” e allora si inventa la secessione, intanto tira avanti con i
consensi, quando cominciano a calare si butta sugli stranieri estracomunitari,
vedete le storia si ripete.
Il bambino sognatore e fra quelli
che con il loro lavoro si sono fatti onore, sposa una del nord, mette su
famiglia e il lavoro lo porta ad avere altri sogni, creare benessere per la
famiglia i figli, a girare il mondo non ci pensa più, vacanze al mare con la
famiglia, con i parenti, fino a quando le figlie ormai grandi non cominciano a
dire: ma veramente io vorrei andare in vacanza con le amiche, io vorrei fare
una vacanza studio in America, l’altra dice che vorrebbe approfondire il
tedesco andando in Germania.
Allora decide, voi in estate andate dove volete
voi in vacanza ed io con la mamma andiamo in inverno a fare le nostre vacanze
dove c’è il sole e così cominciano, prima cosa Canarie, l’anno dopo
Thailandia, poi in un posto allora sconosciuto nella penisola del Sinai
chiamato Sharm El Skeik, l’anno dopo vanno in Cina e avrebbero girato il mondo
intero insieme, mettendo in pratica i sogni del bambino, adesso cresciuto, di
girare il mondo, se nel frattempo non fosse successa la cosa peggiore che possa
capitare ad un sognatore: la morte della donna dei suoi sogni, la sua adorata
moglie.
Tragedia completa, neanche
l’amore delle figlie può bastare, niente può prendere il posto della donna tua,
va in vacanza in Tunisia con un amico, li fanno conoscenza con due amiche anche
loro in vacanza come loro, una fa la soccorritrice volontaria sulle ambulanze
per il 118 della sua città, lo convince a farlo anche a lui, e si butta in
quella impresa che lo fa sentire vicino alle sofferenze altrui, Lui aveva visto
in opera i soccorritori, quando per due volte li aveva chiamati per la sua
donna, erano stati di una solerzia tale che ne era rimasto felicemente
sorpreso.
Poi la vita prende il
sopravvento, dopo una parentesi seguita ad un incontro con una donna della
quale si era davvero innamorato, ed essersi accorto che non andava bene per
lui, perchè stava cercando di farlo allontanare dalle figlie, la lascia e,
finalmente incontra la sua attuale compagna, una donna dolcissima, con i suoi
stessi interessi, non convivono stabilmente e questo rende più frizzante il
loro rapporto, ama anche Lei i viaggi che hanno incominciato a fare insieme,
partirono con una crociera sul Nilo, poi ancora Tunisia, Marocco, Spagna,
crociere ai Caraibi, Messico, Florida, Cuba, Grecia, Malta, Libia, Cipro, poi
ancora Egitto e per ultimo, in ordine di tempo, il Vietnam.
Il resto alla prossima puntata.
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